Quella tragica notte Giovanni è fra i primi a prestare soccorso ai naufraghi. "C'è stato un allarme generale, chiaramente, non è che c'è stato un filo diretto con chi era sulla nave o con chi era deputato a dare l'allarme. C'è stato, appunto, un passaparola tra persone di una piccola comunità e, ovviamente, il primo istinto, la prima cosa che viene da fare in questi casi, io e altri ragazzi come me abbiamo preso questa scialuppa e abbiamo iniziato a fare questa spola, questo traghettamento tra la nave che ancora era in posizione quasi verticale e il porto per cercare di portare a terra più gente possibile. Tant'è che noi in tutto abbiamo fatto cinque viaggi, con l'ultimo viaggio abbiamo portato a terra più di 160 persone. Quindi in tutto credo che almeno 200 persone sono state salvate". "Quali erano le difficoltà maggiori nell'aiutare queste persone che non avevano nulla, che stavano abbandonando una nave?" "Che non eravamo in condizioni normali perché la barca sulla quale caricavamo le persone era chiaramente in posizione normale mentre la nave era ruotata di 90°. In quel momento la nave era completamente al buio perché i generatori, con l'affondamento, erano andati in blocco, quindi non c'era più nessuna luce se non quella dei primi elicotteri che iniziavano ad arrivare. E per fortuna la luna, anche la luna ci ha aiutato".