Novellara, un anno dalla scomparsa di Saman Abbas

29 apr 2022
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"È stato un anno difficile, un anno pieno di alti e bassi, un periodo in cui ci siamo sentiti tutti quanti con le spalle al muro, con il dito puntato contro e molto in difficoltà perché non sapevamo come poter aiutare le forze dell'ordine e le autorità. Saman era talmente ghettizzata e succube della sua famiglia che non aveva contatti esterni con altre persone. La famiglia non l'abbiamo mai vista nei nostri centri culturali, non l'abbiamo mai vista in moschea e nessuno sapeva di questa ragazza, della storia che lei aveva avuto, dei problemi con la famiglia e con gli assistenti sociali. E quindi purtroppo.. anzi magari, io dico, qualcuno l'avesse saputo avremmo potuto aiutarla". Ha uno zainetto chiaro sulle spalle, esce di casa con i genitori: sono le ultime immagini di Saman Abbas. È da poco passata la mezzanotte tra il 30 Aprile e il primo maggio dello scorso anno. Il padre si ferma. È la mamma ad accompagnarla lungo il vialetto. La diciottenne pakistana viene consegnata, secondo gli inquirenti, allo zio e a due cugini che attendono nel buio della campagna. Passano meno di due minuti. I genitori rientrano nell'abitazione senza la figlia. Poco dopo il padre va nuovamente verso le serre e quando torna ha lo zaino di Saman. La giovane probabilmente è già stata uccisa, il corpo, nascosto in una buca che i cugini e lo zio vanno a scavare la sera prima, non è mai stato trovato. I filmati delle videocamere di sorveglianza dell'azienda agricola di Novellara dove viveva la famiglia fanno parte degli atti della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Reggio Emilia. L'accusa è di omicidio e distruzione di cadavere per i genitori, scappati in Pakistan, e per i cugini, ora in carcere insieme allo zio Danish Hasnain ritenuto l'esecutore materiale. "Gli elementi dicono questo. L'accusa dice questo. Ovviamente occorre vedere se esistono elementi nelle carte per sostenere questa tesi accusatoria. Ci sono tantissime intercettazioni, tantissimi atti. Gli inquirenti hanno lavorato molto in questo anno. All'esito di questo esame delle carte e degli elementi che sono stati raccolti dagli inquirenti faremo le nostre scelte processuali". Fino ad ora dal carcere zio e cugini si sono detti estranei ai fatti contestati. Ma confrontate le loro dichiarazioni, trapela, sarebbero contraddittorie. Due intanto le rogatorie inoltrate al Pakistan: la richiesta di collaborazione investigativa per ascoltare i testimoni e la richiesta d'arresto per i genitori. Nessuna risposta. Da sola Saman si era ribellata alla famiglia, a un matrimonio combinato. Uccisa perché sognava di essere libera.

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