È ancora al lago di Pozzallo la Ocean Viking, la nave di SOS Mediterranee che ormai da giorni chiede un porto sicuro per far sbarcare i 180 migranti salvati nel canale di Sicilia, ormai più di una settimana fa. La situazione a bordo, peggiora di ora in ora, con alcuni migranti che, stremati, minacciano atti di autolesionismo. Quattro di loro ieri si erano anche gettati in mare, ma sono stati soccorsi e riportati a bordo. Questa mattina le autorità italiane hanno inviato sulla nave umanitaria, per la il quale Comandante aveva dichiarato ieri lo stato di emergenza, un'equipe di medici per verificare le effettive condizioni di salute dei migranti e dell'equipaggio della Ocean Viking, per poi, probabilmente, decidere il da farsi e sbloccare una situazione che è in stallo ormai da qualche giorno. L'ennesimo dramma dell'immigrazione inizia il 25 giugno, quando gli uomini e le donne a bordo della Ocean Viking avvistano un barchino in legno in difficoltà, al largo di Lampedusa. Al termine delle operazioni soccorso 51 persone vengono tratte in salvo. Un'ora dopo, la nave intercetta un'altra barca, 40 miglia a sud dell'isola delle Pelagie, salvando altre 67 persone. E quattro giorni dopo, il 30 giungo, vengono recuperati altri 63 migranti che erano su due barche alla deriva in zona Sar Maltese. In totale, 180 persone, tra cui 25 minori, 17 dei quali non accompagnati, e due donne, una delle quali incinta di cinque mesi. E intanto, nell'Agrigentino, un poliziotto è stato ferito in maniera seria da un migrante tunisino, durante un tentativo di fuga da un centro di accoglienza che si trova nel Paese di Siculiana. L'agente, che sarà sottoposto ad un intervento chirurgico, ha riportato diverse fratture.