Ancora non è chiusa l’indagine sull’omicidio di Alberto Delfini, l’uomo di venticinque anni trovato senza vita poco prima della mezzanotte nelle campagne di Castel Madama, non lontano da Roma. Mancano elementi che possano delineare il movente, ma l’indagine, che i carabinieri della compagnia di Tivoli hanno chiuso in tempi rapidissimi, ha portato già a individuare chi ha sparato. Ad uccidere Delfini, con un colpo di fucile al volto, sarebbe stato il suocero, il padre della compagna della vittima. Il presunto omicida, che ha quarantasei anni, durante l’interrogatorio ha tentato di indirizzare le indagini verso l’ipotesi dell’incidente. È stato lui stesso a chiamare i carabinieri, cui ha raccontato di aver reagito a un’aggressione. Poi, pressato dalle domande, ha ammesso di aver incontrato la vittima per un confronto, ha raccontato di un diverbio e di un colpo di fucile, tra l’altro risultato rubato. Ora, accusato di omicidio volontario, porto, detenzione e ricettazione di armi, si trova nel carcere di Rebibbia, in attesa della convalida del fermo. Secondo quanto ha ricostruito, la vittima aveva avuto dissidi con i familiari della ragazza. Si può parlare di complesse dinamiche familiari. Sicuramente all’origine c’è un debito, ma da quanto emerso finora si tratta davvero di pochi spiccioli, e gli inquirenti non sono convinti che sia tutto qui.