Ingiustamente accusato, ingiustamente carcerato. Una fine terribile. La notizia sulla morte di Hashi Omar Hassan, il somalo che aveva scontato 17 anni per l'omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin, viene lanciata su Twitter da giornali e blog di Mogadiscio e rimbalza in Italia come un macigno, su una vicenda dai lati ancora oscuri e certamente non chiusa. Una bomba sotto il sedile della Jeep dilaniata, ha ucciso Hashi, l'uomo che fu incastrato da Ahmed Ali Rage detto Gelle, che alla fine confessò di essere stato pagato per depistare le indagini sulla morte della Alpi, mentre indagava su un traffico di rifiuti e di armi. La giustizia italiana aveva infine, assolto Hassan nel 2016, risarcendolo con 3.181.000 euro per ingiusta detenzione. Omar non aveva fatto parte del commando che uccise la reporter. Era tornato da qualche mese in Somalia, fonti di Mogadiscio riferiscono che Hashi si sarebbe rifiutato di pagare il pizzo che i terroristi islamisti gli avrebbero chiesto su quei 3 milioni e per questo, lo avrebbero fatto fuori. Ma le ombre sul mistero Alpi si allungano ancora dopo questo omicidio, provocato da un'autobomba. Un fatto che alimenta nuovi sospetti, su una vicenda accaduta il 20 marzo 1994.