Rientra a casa per pochi minuti Sergio Ruocco, per la prima volta da quando appena dopo il delitto, la villetta di via Merelli a Terno d'Isola, in cui viveva con Sharon finì sotto sequestro, pochi minuti dalle 10:11 alle 10:26 per accompagnare in quanto proprietario il sopralluogo degli uomini del reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri. Camice bianco, calzari ai piedi e guanti alle mani i 3 passano al primo piano, poi in garage riserbo assoluto sul motivo dell'iscrizione, ma gli investigatori precisano che Ruocco continua a non essere indagato, nulla cambia per lui, non così è così è per il cosiddetto "supertestimone", Antonio Laveneziana, per il pregiudicato 76enne che all'ora del delitto era affacciato a fumare sul balcone di casa sua a soli 150 metri dalla scena del crimine, viene aperto un fascicolo per falsa testimonianza, aveva detto che stava dormendo a quell'ora, poi smentito dalle telecamere di videosorveglianza aveva precisato di non aver visto e sentito niente. Ora evidentemente gli investigatori non gli credono, sono convinti che per qualche motivo abbia mentito sull'uomo o sulla donna in bicicletta che all'ora del delitto si allontanava di spalle a 0:50 del 30 luglio. Se non si trattasse dell'assassino potrebbe essere il fantomatico testimone che non si trova. In paese a Terno d'Isola c'è qualcun altro che non apprezza la reticenza, visto il cartello anonimo comparso sulla scena del crimine, ora sequestrato. "Caino", dice la lettera, "è chi sa, ma rimane nell'ombra". "E intanto qui al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo continuano le audizioni in mattinata tocca a Maria Rosa Sabadini, la madre di Ruocco, e agli zii di Sharon, nel pomeriggio ad amici e conoscenti, la sfera relazionale di Sharon, per cercare di sbrogliare il bandolo della matassa".