Nonostante fosse detenuto nel carcere di Caltagirone il boss Gaetano Rizzo continuava a gestire gli affari della sua cosca ed in particolare il traffico e lo spaccio di droga. Lo faceva soprattutto grazie ai telefoni cellulari che venivano fatti entrare nel penitenziario e attraverso i quali il capomafia dettava ordini ai suoi sodali. Adesso i carabinieri del Comando Provinciale di Catania assieme ai militari della compagnia di Gravina hanno eseguito 17 ordini di custodia cautelare in carcere che hanno raggiunto gli affiliati della cosca di Gaetano Rizzo. I militari hanno accertato che i componenti dell'organizzazione avevano un giro d'affari fiorente. La droga veniva recapitata agli acquirenti direttamente a casa o in un luogo da loro indicato, con un servizio di consegna a domicilio davvero ben rodato. A coordinare tutto dalla sua cella, il boss, che aveva a disposizione diversi telefoni. Adesso le indagini della Procura di Catania sono rivolte a scoprire chi abbia introdotto all'interno del carcere di Caltagirone i cellulari. La centrale operativa della banda era un CAF gestito da uno degli arrestati, i militari hanno accertato che molti degli acquirenti avrebbero utilizzato i soldi del reddito cittadinanza che percepivano per pagare la droga.