Palamara indagato, 40mila euro per favorire Longo a Gela

30 mag 2019
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40 mila euro per favorire la nomina di Giancarlo Longo alla Procura di Gela: questa è l'accusa della Procura di Perugia contro il sostituto procuratore di Roma, Luca Palamara, che, quando rivestiva il ruolo di componente del CSM, avrebbe ricevuto denaro dagli avvocati Giuseppe Calafiore e Piero Amara per appoggiare Longo alla Procura di Gela. Ma la nomina non andò in porto per un intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lo si legge nelle carte dell'inchiesta di Perugia nelle quali si scrive anche che sarebbe stato proprio Longo a raccontare ai PM siciliani, durante l'interrogatorio del luglio scorso a seguito del suo arresto nell'ambito dell'inchiesta su corruzione in atti giudiziari dalla Procura di Messina, che Palamara avrebbe ricevuto 40 mila euro da Amara e Calafiore per favorire la sua nomina. Ed è sempre Longo a mettere nero su bianco durante quell'interrogatorio che la sua nomina a procuratore di Gela non avvenne per intervento diretto del Presidente della Repubblica Mattarella. La Guardia di Finanza e i magistrati di Perugia hanno perquisito l'ufficio di Palamara in Procura a Roma e spuntano anche i nomi illustri di altri indagati che avrebbero favorito Palamara per eludere le indagini a suo carico. Tra questi, il PM Stefano Rocco Fava, il Magistrato dell'esposto contro il Procuratore di Roma Pignatone e il Consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura Luigi Spina. Nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione i PM di Perugia hanno iscritto anche Fabrizio Centofanti, l'imprenditore dei regali. Dalle indagini emergono viaggi e vacanze per Palamara e famiglia, un'attività corruttiva messa in atto, secondo la Procura di Perugia, per fare in modo che Palamara mettesse a disposizione, a fronte delle utilità, la sua funzione di membro del CSM, favorendo nomine dei capi degli uffici, cui erano interessati Amara e Calafiore. Tra i regali anche un anello del valore di 2 mila euro in favore dell'amica Adele Attisani, oltre a un soggiorno a Taormina e poi viaggi per lo stesso Palamara o la sorella in Toscana, a Madonna di Campiglio, a Dubai e Favignana. Un altro filone della stessa indagine riguarda, invece, le accuse nei confronti dell'attuale Consigliere del CSM Luigi Spina. Per quest'ultimo le ipotesi di reato sono rivelazioni di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. Palamara si difende: “Sulla mia persona - dice - si stanno abbattendo i veleni della Procura di Roma, ma ho una tempra forte e non mi faccio intimidire”. Nelle prossime ore il sostituto procuratore sarà sentito nuovamente dai magistrati.

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