Si sono dichiarati innocenti, i nove italiani, ex esponenti di gruppi terroristici armati, negli anni di piombo, davanti alla Corte d'Appello di Parigi, dove è stata notificata loro, ad ognuno separatamente, la richiesta italiana di estradizione e il calendario delle prime udienze. Per tutti convocazioni per entrare nel vivo dei processi, per il mese di giugno. Nove degli ex terroristi, sono stati fermati e poi messi in libertà vigilata, il decimo, un altro ex delle BR romane, Maurizio Di Marzio, è ancora in fuga. "Ho fatto dieci anni di carcere fra Italia e Francia e 30 in esilio, una pena senza sconti nè grazie, che ti impedisce di tornare nella tua terra". Queste sono le parole, la sua versione dei fatti di Marina Petrella, negli anni di piombo una delle responsabili della colonna romana delle Brigate Rosse e personaggio chiave, durante il sequestro Moro. Tra i nove alla sbarra anche Giorgio Pietrostefani, mandante dell'omicidio Calabresi, che non ha voluto parlare con i giornalisti e Roberta Cappelli, altra ex delle BR romane, che ha ringraziato la Francia per l'accoglienza, che continua ad assicurare ai condannati degli anni di piombo in Italia. L'udienza è stata una formalità, il giudice ha verificato l'identità delle nove persone e ha chiesto loro se volessero essere estradate in Italia, come previsto hanno risposto di no, dichiarandosi tutti innocenti. È iniziato così un iter, che potrebbe durare due o tre anni. È stato il Presidente francese, Emmanuel Macron, a dare il via libera all'esame di dieci domande di estradizione avanzate da Roma. In aula era presente Irène Terrel, l'avvocata storica di una parte degli ex terroristi, che ha detto: "Alla fine vorrei che mi dicessero basta è finita, invece di ricominciare tutto ogni dieci anni".