"Sono state ritrovate le carcasse di alcuni alcuni cinghiali e qui insieme con la Valle Stura, quindi verso Rossiglione e Campo Ligure, così è partito l'allarme quindi si sono create poi le condizioni per delimitare questa zona come zona rossa." Passo della Bocchetta a Campomorone in Liguria dove si valica a piedi confine con il Piemonte. 114 comuni coinvolti nelle due regioni, 119 casi di peste suina accertati, gli ultimi in provincia di Genova due giorni fa. Il primo caso risale a gennaio con conseguente ordinanza di contenimento che ha portato il divieto di attività turistiche e sportive, come trekking e ciclismo. Dal primo aprile invece si può accedere a queste aree osservando alcune norme, ad esempio, igienizzare scarpe o ruote della bicicletta dopo la passeggiata anche se il virus non è trasmissibile all'uomo o ad altri animali. Dal confine arriva anche la proposta di un maxi recinto di 230 km tra la provincia di Alessandria e Genova per limitare la diffusione della peste suina impedendo ai cinghiali di invadere altri territori. Trovati intanto 400.000 euro per realizzare il primo tratto. "Questa maxi recinzione che dovrebbe essere realizzata poi dovrebbe anche dare il via, diciamo così, a tutta una serie di aperture per quello che riguarda i nostri territori." Il cluster aveva portato anche all'abbattimento dei maiali negli allevamenti delle zone rosse mentre proprio martedì a Sassello, in provincia di Savona, la decisione con un'ordinanza sindacale che concede il via libera alla cattura dei cinghiali con gabbie autorizzando poi l'abbattimento, scelta contestata da 40.000 animalisti firmatari della petizione "Salviamo suini e cinghiali" con l'hashtag "Giù i fucili dai cinghiali.".