La Cattedrale gremita soprattutto da ragazzi, la Chiesa piena di palloncini bianchi e la bara circondata da fiori, pupazzi di peluche, messaggi di addio, centinaia di persone sono arrivate anche dai paesi vicini per dare l'ultimo saluto alla 15enne trovata senza vita 10 giorni fa. Il corpo avvolto da una corda ai piedi di un albero. Nelle campagne vicino alla casa in cui in famiglia viveva da quando un anno fa si era trasferita da Varese. Il fratello, la sorella di Larimar sorreggono i genitori si stringono in un abbraccio si tengono per mano per tutto il tempo della cerimonia, accanto il sindaco e la giunta. Poi, le compagne della squadra di pallavolo. Nell'omelia del vescovo di Piazza Armerina nessun cenno ai fatti accaduti alla indagini in corso, alle possibili responsabilità in un contesto in cui la procura indaga per istigazione al suicidio. L'autopsia non ha rivelato segni di violenza, la mamma continua a ripetere che la figlia non avrebbe mai commesso un gesto volontario: era bella brava a scuola amava la pallavolo e la musica aveva tante qualità e per questo lei invidiavano ribadisce la sorella. Qualità che la dirigente della società sportiva Enza Maniera sottolinea tra le lacrime: "Troppo bella, troppo intelligente, troppo forte". Dall'altare si alternano i ricordi delle compagne di pallavolo, delle amiche. I messaggi di cordoglio del sindaco e della preside. Infine, le parole dei familiari con un appello perché venga fatta giustizia e chi sa, parli. "Se qualcuno sapesse, o pensa di poter avere informazioni rilevanti, per dare giustizia alla mia sorellina Larimar, si metta la mano sul cuore in questo luogo sacro".