Non è difficile capire cosa manca in questa aula. Al liceo scientifico Copernico di Prato sono una ventina le classi, un terzo del totale, ancora sprovviste dei famosi banchi a rotelle e i ragazzi studiano così. Si lavora sulle sedie, alcuni professori ci preparano gli appunti e ce li danno, altri, invece, spiegano semplicemente alla lavagna e sulle ginocchia si prendono gli appunti. C'è stato consigliato di portarsi un supporto solido, che può essere una cartellina, cosa che abbiamo tranquillamente in casa e scrivere lì sopra. I banchi, quelli degli scorsi anni, impedivano di fatto il distanziamento tra gli studenti e sono stati accatastati fuori dall'edificio. Anche quelli singoli che la Provincia avrebbe potuto inviare, ci dice il preside, sono troppo grandi per il rapporto tra metri quadri e numero di alunni, così, non resta che aspettare. Il Consiglio di istituto, dopo un sondaggio, ha deciso che la presenza a scuola, anche se sulle sedie, è comunque un valore aggiunto, ma alcune sezioni si rifiutano di entrare. Finché non arrivano i banchi, secondo me, la soluzione migliore sarebbe fare una settimana in presenza e una settimana in didattica a distanza. Il problema della didattica a distanza è che la concentrazione dell'alunno è comunque ridotta e non ha nemmeno interazione sociale con i compagni, e comunque, perde un po' sia il senso di classe, sia la voglia dello studio. La scuola, per la sua fornitura, ha già fatto un sollecito a cui è seguita una email del Ministero. I nuovi banchi arriveranno entro ottobre e l'istituto riceverà una comunicazione la settimana precedente, ma questo avviso non è ancora arrivato.