É il 166 il numero magico che assegna la vittoria della 76esima edizione del Premio Strega al super favorito della vigilia: Mario Desiati. Il suo "Spatriati" edito da Einaudi, sbaraglia gli altri 6 finalisti e sul premio c'è una dedica. "Io sono cresciuto con gli scrittori pugliesi del 900. Uno di questi era Maria Teresa di Lascia che vinse qui nel 1995 ma non poté ritirare questo premio perché morì alcuni mesi prima". Con 90 voti il secondo posto del podio è per "Quel maledetto Vronskij" di Claudio Piersanti, pubblicato da Rizzoli. "É un fantasma; Vronskij è la gelosia che anima all'inizio il mio protagonista". Per Mondadori conquista il terzo posto e 83 preferenze "E poi saremo salvi" a firma Alessandra Carati. "Spero che movimenti una discussione su che spazio hanno le minoranze dentro le nostre comunità". Veronica Raimo e il suo "Niente di vero" da Einaudi conquista 62 voti. "Non so mai quello che faccio prima di farlo e mi lascio un po' accompagnare nel percorso da motivazione ed istinti che non sono io a controllare". "Randagi" di Marco Amerighi porta a Bollati Boringhieri 61 preferenze. "Una persona come tante, che però non spicca in niente, non ha nessun talento. Se c'è una cosa che lo distingue è forse la paura. Una fifa tremenda verso il mondo". Segue Fabio Bacà; il suo "Nova" romanzo Adelphi da 51 voti. "É andata da quello che vedo, da quando ho la capacità di capire quello che succede intorno al mondo. 9 anni, 10 anni nel mondo violento, fatto di gente che fa cose sciocche, violente ed insensate". Il Covid non risparmia uno dei finalisti, Veronica Galletta autrice di "Nina sull'argine" da Minimum Fax. La scrittrice riceve 24 voti ma è assente. Si collega da casa con il Ninfeo di Villa Giulia: la storica sede della finale del prestigioso Premio Strega, ogni anno riserva molte emozioni e anche qualche sorpresa.