Una storia di degrado e miseria che sembra raccontare un passato lontano e invece � cronaca attuale di povert� e disperazione. � la storia di una donna senza fissa dimora che non trova altro modo per sopravvivere se non quello di offrire come merce, la propria figlia. 13 anni appena, in cambio di una sistemazione ogni volta temporanea, ricevendo per� anche soldi e regali. Succede nel profondo sud est della Sicilia, nelle campagne di Acate, paese di 11mila abitanti nella provincia di Ragusa, tra paesaggi rurali e mete affollate dai turisti. La ragazzina veniva venduta dalla madre ai braccianti agricoli, al termine di una giornata di lavoro trascorsa a raccogliere i pomodori coltivati nelle serre. Secondo quanto scoperto dalla polizia di Ragusa, i rapporti sessuali venivano consumati proprio all'interno degli impianti. Tra i clienti, italiani e stranieri, c'era anche un uomo di 90 anni. Scoperti grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali e fermati insieme alla donna, stavano pianificando la fuga perch� si era sparsa la voce che nel frattempo la tredicenne era stata presa in custodia dalla Questura e aveva cominciato a raccontare gli orrori subiti ad una psicologa. "Ma le voci in paese giravano da tanto tempo. Tutti sapevano che la piccola andava con le persone con cui lavorava e invece di denunciare si giravano dall'altra parte, o peggio la cercavano anche loro, ma nessuno parlava". Scrive cos� in una nota la Procura distrettuale di Catania. La madre, ora � indagata per favoreggiamento della prostituzione. I quattro uomini per violenza sessuale.