Regolamenti Ue, intelligenza artificiale, a che punto siamo

18 mag 2022
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L'utilizzo dell'intelligenza artificiale necessità di una precisa regolamentazione, ad oggi non esistente, che ponga al centro dell'attenzione la persona e i suoi diritti fondamentali quali la sicurezza, la salute, la libertà, la dignità, l'autodeterminazione, la non discriminazione, la protezione dei dati personali, la trasparenza e la responsabilità individuale e sociale. Partiamo da qui, e se partiamo da qui dobbiamo dire anche che l'Unione Europea è in netto ritardo nella corsa globale allo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Non lo diciamo solo noi, a renderla ufficiale è anche un recentissimo rapporto di un gruppo di europarlamentari che ha lanciato un allarme su gli sforzi insufficienti dei 27. Ritardo chiama ritardo, nutrendo il rischio di rimanere al palo anche, e in questo tempo di guerra è facile capire perché, nella ricerca militare altro campo in cui l'intelligenza artificiale cambierà le carte in tavola, dalle armi letali autonome alla cybersicurezza. L'Europa rispetto a Cina e Stati Uniti arranca, si stima che ogni anno in tutta l'Unione Europea venga preso solo 1 miliardo di euro in ricerca per l'intelligenza artificiale quando gli americani nel prendono più di 5 e i cinesi quasi 7. Serve correre dunque, e qualcosa di buono si comincia a vedere con la presentazione del primo pacchetto di emendamenti a regolamento sull'intelligenza artificiale da parte di due correlatori, l'italiano Brando Benifei e il rumeno Dragos Tudorache. Il testo nel complesso è equilibrato e questo non è certo un dettaglio. Più di una critica invece soprattutto sull'assenza di una completa messa al bando dei sistemi di riconoscimento biometrico. Nel pacchetto di emendamenti presentato quindi all'interno dell'Unione Europea, si vieta il riconoscimento facciale nei luoghi accessibili al pubblico salvo casi eccezionali. C'è poi chi sottolinea come il piano d'azione lasci una libertà significativa per quanto riguarda le direzioni di mercato degli Stati membri. Questo, osservano scettici e prudenti, potrebbe andare in collisione con l'obiettivo del piano di far rispettare le regole orizzontali prima che gli Stati membri iniziano a legiferare individualmente. Il quadro come si vede è complesso, ma la potenzialità del nuovo piano d'azione è enorme. Sarebbe sufficiente neutralizzare elementi di rischio di frammentazione interpretativa e applicativa per avere un efficace quadro normativo europeo, lontano dalle scelte autoritarie della Cina ma anche molto distante dalla piena libertà di cui l'intelligenza artificiale gode negli Stati Uniti.

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