Tre mesi dopo la chiusura, la Svizzera riapre le porte all'Italia. Una buona notizia per i lavoratori stagionali e per l'economia di frontiera. Autogrill, bar, negozi, tutte quelle attività che vivevano del passaggio dei turisti sono rimaste ferme e ora puntano a ripartire. “Iniziamo a lavorare oggi. Andiamo in Belgio a finire un lavoro che avevamo iniziato tempo fa. Adesso magari con la riapertura delle frontiere gli ordini aumenteranno, si spera, sennò cassa integrazione ancora”. Siamo al valico turistico di Chiasso e, come vedete, si è creata la coda oggi che si sono riaperte le frontiere dell'area Schengen, e quindi ci sono i 60 – 70 mila lavoratori transfrontalieri che passano dall'Italia alla Svizzera, lavoratori che potevano continuare a passare anche in questo periodo di emergenza coronavirus grazie al permesso, ma a loro si aggiungono famiglie e turisti che, appunto, stanno passando e hanno creato una lunga coda. “Oggi è il nostro primo giorno di riapertura, quindi siamo stati tre mesi chiusi ad aspettare la Svizzera che riaprisse. Ripartiamo, speriamo meglio di prima”. Siamo a Ponte Chiasso, al confine tra Como e la Svizzera; è proprio in questo luogo che i commercianti hanno risentito molto della mancanza di turisti provenienti dalla Svizzera. Vediamo ancora molti dei bar chiusi e molte serrande abbassate, quindi molti commercianti che probabilmente non riapriranno più. “Chiuderanno in tanti. Forse anche io”. “Prima del virus venivano, facevano colazione, portavano via anche un po' di pasticcini, brioche. Bene o male qualcosa ci faceva. Poi da quando è successa questa situazione del virus basta. Insomma, si è bloccato tutto. Abbiamo riprovato a riaprire da tre settimane e vedere un attimino un po' come va”.