Scavare più in fondo, oltre le macerie, oltre al cuore della struttura che ancora deve restituire le vittime di Rigopiano. Per capire cause e responsabili della tragedia bisognerà scavare nel sottosuolo, perché è lì che, secondo alcuni, è sepolta la verità di un disastro che, molto probabilmente, anche questa volta, poteva essere evitato. È il Forum H2O, un gruppo di cittadini che da anni si batte per la difesa dell’ambiente, a tirare in ballo questo documento. È la mappa geomorfologica dei bacini idrografici della regione Abruzzo, un documento fondamentale che tutto dice sull’origine e l’evoluzione del territorio. In questo punto, secondo il Forum H2O, c’è la più amara delle verità. L’hotel Rigopiano è stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti, compresi quelli di vecchie valanghe. Il resort sarebbe, dunque, sorto su resti di passati eventi di distacco provenienti dal canalone sovrastante la montagna e che qui, in questo documento datato 2007, che conferma quello del 1991, viene rappresentato con tre segni grafici verdi a forma di cono che convergono verso l’area dell’albergo e che rappresentano il movimento di flussi di materiale che nel tempo si è accumulato alla base del canalone. Questa carta dice chiaramente che qualcuno sapeva e non ha fatto nulla per impedire che in un’area chiaramente a rischio si costruisse prima un rifugio e, in seguito, un resort. E poi ci sono gli altri elementi già al vaglio della Procura di Pescara, che per ora indaga contro ignoti per disastro colposo e omicidio plurimo colposo e che oggi ha fatto il punto sulle indagini. “Che questa incomprensione e sottovalutazione del ritardo possa aver avuto una qualunque influenza causale sulla concreta efficacia della conseguente azione di soccorso, al massimo balla un’ora. Avete visto voi tutti quanto tempo ci vuole per arrivare lì, quanto tempo ci vuole per capire dove è stato sepolto un intero albergo. Perché quell’albergo è stato sepolto”. E poi l’allerta meteo, di livello 4 su 5, con i Carabinieri forestali, che ora dovranno accertare se non fosse stato il caso di evacuare le zone a rischio.