Quello che oramai è certo è che si tornerà sui banchi dopo che anche i combattimenti di pugilato saranno ripresi. La scuola dopo il tutto. Ricominciare il primo settembre con la didattica, avrebbe dato un senso al periodo di lockdown e un aiuto concreto alle famiglie, ma l'ipotesi non sembra essere mai stata presa sul serio. Le prime due settimane di settembre, mai come quest'anno, saranno necessarie per organizzare, per entrare a scuola con i docenti e con tutte le precauzioni quest'anno anti contagio. E dopo sei mesi di assenza anche la politica si prende lo spazio e il tempo dell'educazione per organizzare le elezioni. Le regioni che hanno detto non prima di metà settembre dicono anche non dopo la metà di settembre. E questa è la loro proposta vincolante. Quest'anno ci è sembrato un segnale positivo cercare una data unitaria e l'abbiamo individuata nel 14 settembre, se sarà confermata la data del 20 per "l'election day", la cosa migliore sarebbe trovare delle alternative sulle sedi dei seggi. Se sul quando le regioni e il Ministero devono decidere insieme, sul come si aspettano le linee guida del Miur. Urgentissime dice la coordinatrice della Commissione istruzione della conferenza, anche da questo organo sono state fatte delle proposte che vanno ad aggiungersi alle indicazioni del comitato scientifico e a quello della task force guidata dal professor Bianchi. Spazio interpersonale, edilizia leggera, pranzo in classe e mascherine solo per gli spostamenti. Le idee, come sappiamo, sono tante le decisioni fin qui prese, poche.