Ristoratori, lockdown di Natale brucia 1 mld di fatturato

03 gen 2021
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Tra pranzi di Natale e cenone del 31 dicembre saltati è andato in fumo circa un miliardo di euro per le attività di ristorazione chiuse fino al 6 gennaio. Roma, centro storico, Davide è lo chef di questo ristorante che la sua famiglia gestisce da 3 generazioni. Bisogna essere sinceri, i giorni festivi senz'altro sono andati benino, con il discorso del delivery, ci abbiamo creduto, ci abbiamo creduto fin dall'inizio, quindi benino. Il resto, il mese che per noi comunque è il più alto di tutti, forse l'alta stagione in assoluto per tutta la ristorazione italiana è stato un fallimento totale. Il suo, come molti altri ristoranti in città in questa domenica rossa è chiuso perché non aveva senso tenere aperto, sin dal primo lock down Davide, il fratello e un cugino che gestiscono assieme al ristorante e il bar di famiglia si sono rimboccati le maniche, hanno messo a punto un nuovo metodo di lavoro. La prima cosa che ci è venuta in mente è cercare di arrivare a casa per casa per quanto riguarda il pranzo, abbiamo cambiato dei contenitori,li abbiamo resi più sostenibile possibile e abbiamo comprato un monopattino per arrivare nelle zone limitrofe più velocemente. Ogni giorno Davide manda ai clienti il menu per la consegna a domicilio e l'asporto. Il giorno prima per il giorno dopo per tutti i nostri clienti, mandiamo i nostri menù e il giorno dopo, loro entro mezzogiorno, mezzogiorno e mezza ci fanno l'ordine. 47 milioni di perdite al mese a livello nazionale, gli aiuti di Stato stanno arrivando, ma solamente a Roma oltre 100000 dipendenti nel settore rischiano di perdere posti di lavoro. Pierfrancesco e i suoi due soci di questo ristorante, in zona Talenti, prima periferia romana, hanno dovuto lasciare a casa 6 dipendenti. Siamo nell'incerto più totale. Quand'è cominciata la pandemia Pierfrancesco aveva appena inaugurato il suo ristorante di cucina tradizionale romana, in 4 e 4 8 si è dovuto reinventare. Abbiamo creato dei kit personalizzati di carbonara, cacio e Pepe, amatriciana, erano delle salse pronte che la gente poteva tranquillamente avevrle consegnate a casa, fornivamo l'occorrente per poter creare questi piatti della tradizione a casa direttamente e anche un piccolo tutorial su come doveva essere eseguito poi il piatto. Il 7 gennaio, forse, i ristoranti potranno riaprire. Non avremmo fatto impresa se non fossimo persone che credono comunque in un futuro o che abbiano un po' di fiducia nel nel futuro.

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