Sei cambi al vertice in poco più di tre anni, gli ultimi due in pochi mesi e legati alla stessa questione: il credito da 18 milioni di euro che l'azienda vanta nei confronti del comune. Parliamo dell'AMA, la municipalizzata dei rifiuti che ancora una volta resta senza governance. L'ultimo Consiglio di amministrazione si è appena dimesso dopo l'ennesimo no del Campidoglio al bilancio. La vicenda va avanti ormai da due anni. Il bilancio in questione è quello del 2017. L'AMA è creditrice del comune per i servizi cimiteriali per 18 milioni di euro, appunto, che se inseriti nel documento contabile come l'azienda chiede, lo farebbero andare in attivo. La Giunta Raggi risponde invece che quei crediti vanno tenuti fuori altrimenti il bilancio risulterebbe falsato. E così non si arriva mai all'approvazione. Su questo scoglio si era consumata anche la rimozione dell'ex Ad Lorenzo Bagnacani, che aveva anche registrato alcune conversazioni sull'argomento con la sindaca Cinquestelle, per poi consegnare il file alla Procura. Bagnacani non voleva modificare il bilancio e fu rimosso. Roma era in piena emergenza rifiuti, risolta solo mesi dopo e solo temporaneamente con un'ordinanza della Regione, mediatore il Ministro all'ambiente, per la quale tutti gli impianti del Lazio avrebbero dovuto accogliere la spazzatura della capitale. Adesso l'emergenza è di nuovo alle porte. L'ordinanza, infatti, è appena scaduta, la Regione l'ha prorogata, ma di soli 15 giorni. A brevissimo, dunque, il problema su dove portare i rifiuti dei romani (2.600 tonnellate al giorno), in assenza di sufficienti impianti di smaltimento, si ripresenterà in tutta la sua forza, con l'azienda che si occupa della raccolta allo sbando e con un sindaco assediato dai sindacati pronti allo sciopero e dalle opposizioni. Tra tutti, l'ex vicepremier Salvini che annuncia una mozione di sfiducia e una raccolta firme contro di lei.