Sempre più fluide e, causa forza maggiore, multitasking, impegnate sul lavoro e nello stesso tempo: nella cura di casa, affetti, alimentazioni pulizie e figli, tutto, spesso, in pochi metri quadrati di casa, senza spazi, tempi adeguati o personalizzati. L'impatto del Coronavirus sulle mamme in questi mesi, tra quarantena, smart working, didattica a distanza, cucina, pulizie e cure di anziani e bambini è stato poderoso e, nella ripresa, rischia di aggravare ulteriormente il gap di genere in Italia, con la conseguente rinuncia all'occupazione delle donne e l'aumento di infanzia a rischio. Già in era anti Covid la situazione delle mamme, 6 milioni 200 mila con figli minori in Italia, non era rosea, solo il 57% di queste ha un'occupazione remunerata rispetto all'89,3 dei padri. L'esplosione della pandemia ha trasformato 3 milioni di mamme occupate con almeno un figlio sotto i 15 anni, circa, il 30% della popolazione femminile occupata, 9 milioni 872 mila le donne che lavorano in Italia, vere e proprie equilibriste. A loro, alla loro condizione, alle possibili ricadute sull'occupazione femminile e sulla cura dell'infanzia, Save The Children, l'organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini, ha dedicato l'indagine “Le equilibriste, la maternità in Italia nel 2020”, per un appello al Governo, affinché le misure adottate in marzo con il Decreto Cura Italia e rinnovate con il Decreto Rilancio in discussione in Commissione Bilancio alla Camera, siano ampliate, promosse, comunicate ad una platea il più possibile allargata. Solo 242 mila lavoratori e lavoratrici hanno fatto domanda di congedo previsto per i genitori con figli di età non superiore ai 12 anni. Poche anche le richieste per il bonus baby sitter da 600 euro, poco più di 93 mila le domande presentate. Quello che si deve scongiurare per la ONG è l'abbandono da parte della donna del mondo del lavoro, in particolare per le famiglie più svantaggiate, l'aumento dell'infanzia a rischio. Save The Children chiede, dunque, un piano straordinario per l'infanzia e l'adolescenza che metta al centro i diritti dei minorenni, perché le famiglie non devono essere lasciate sole ad affrontare le sfide educative e sociali che la crisi sanitaria ha imposto.