Agli studenti disabili o con bisogni educativi speciali è garantita la frequenza in presenza. Lo stabilisce il Dpcm e su questo non ci sono fraintendimenti, ciò che va capito è quali servizi rimangono garantiti a questi studenti con le scuole di fatto aperte solo parzialmente. La scuola è aperta, ci ha spiegato Antonello Giannelli, Presidente dell'associazione presidi, ha l'obbligo di contenere il più possibile il numero di persone che vi accedono ma questo senza mettere in discussione i servizi resi. Il ruolo del preside diventa fondamentale perché molti servizi vengono soppressi o sopravvivono solo grazie alla discrezionalità del singolo istituto che in base alle proprie peculiarità può decidere, ad esempio, se tenere o meno aperta la mensa, il principio cardine è quello della sicurezza per tutti. Altro principio inderogabile è la presenza a scuola del corpo docente, ove ci siano bambini con disabilità. Se c'è bisogno di tenere a lezione in presenza degli alunni con bisogni educativi speciali, con disabilità di vario tipo, DSA eccetera, allora è chiaro che lo si può fare solo in presenza. C'è un però, ciò che la scuola garantisce è il servizio scolastico, che può essere di 24 fino a 30 ore, in base alla disponibilità di organico dei docenti. Le ore in più in cui i bambini rimangono a scuola sono considerate accessorie e spesso affidate a servizi esterni. Questi servizi non sono garantiti perché non dipendono dallo Stato. Ecco perché alcune famiglie con figli disabili si sono trovate nella situazione di non vedersi garantito l'orario pieno come avveniva fino a settimana scorsa. Siamo in presenza di un tempo che non è pieno ad origine, ma è un tempo ordinario di scuola che è stato prolungato con vari artifici.