Siccità e guerra, i problemi dei risicoltori italiani

11 mag 2022
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In condizioni normali camminare così, a maggio, in una risaia, risulterebbe impossibile perché il terreno dovrebbe essere ricoperto da una decina di centimetri d'acqua. Invece l'arsura possiamo toccarla e respirarla. Siamo a Santhià, nel vercellese. In quest'aria, tra le province di Novara, Pavia e Vercelli, 200 mila ettari di campi vengono coltivati a riso. Il 90% della produzione italiana e il 50% di quella europea. Un'eccellenza nazionale che esportiamo ma che è stata messa a dura prova da uno degli inverni più siccitosi dal 1957. Le piogge delle ultime settimane hanno per fortuna alleviato la sofferenza di queste coltivazioni, che a partire da marzo per il 70% sono state piantate in asciutta, come si dice in gergo, perché l'acqua per allagarle è venuta meno. "Il mio papà che ha 90 anni e ancora mi dà una mano non si ricorda un annata così asciutta e non si ricorda di aver visto i fontanili secchi completamente. Da una stima che ha fatto Coldiretti a livello nazionale potrebbe esserci una riduzione intorno ai 10 mila ettari rispetto ai 220 mila diciamo coltivati in Italia. Ai produttori che non ha potuto seminare hanno dovuto optare per altre colture, comunque con una previsione di irrigare anche quelle con un minor uso di acqua". La siccità però non è l'unico problema per i coltivatori di riso, anche loro devono scontare gli aumenti cospicui delle materie prime, effetto diretto della guerra in Ucraina. "Abbiamo avuto rincari soprattutto sui concimi, sui concimi chimici e parliamo di un 40 euro al quintale lo scorso anno, più o meno in questi periodi, ai 120 euro di oggi. E poi sul gasolio per i macchinari siamo all'ordine, siamo del doppio. Anche il gas per l'essiccazione, che sarà poi a settembre, anche questo prevediamo, ci aspettiamo dei rincari". Rincari che hanno portato la quotazione del riso già a raddoppiare rispetto all'anno scorso. Costi che poi arriveranno anche sugli scaffali. "Si avrà un aumento sicuro dell'ordine del 20%. Perché il mercato del riso comunque è in continuo movimento, in continuo aumento, e quindi questi aumenti verranno sicuramente ricaricati sul consumatore finale".

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