Papa Francesco apre con una solenne messa in San Pietro il Sinodo sull'Amazzonia, da lui fortemente voluto e che raduna a Roma per 3 settimane vescovi e cardinali di tutto il pianeta, insieme a rappresentanti degli Indios. Si discuterà dei temi ambientali di acqua, terra e aree inquinate, della drammatica mancanza di iniziative risolutive mondiali per affrontare le minacce che incombono, delle violenze che subiscono i popoli che abitano le foreste, divise tra Brasile e Colombia, Perù e altre nazioni. Alla messa sono presenti anche i 13 nuovi cardinali creati il giorno prima da Francesco, che dopo il Concistoro sono andati a salutare e rendere omaggio con affetto e devozione al Papa emerito Benedetto XVI e nell'omelia Francesco chiede a Dio di liberarci dall'avidità dei nuovi colonialismi che divorano dice popoli e culture. Il fuoco appiccato da interessi che distruggono come quello che recentemente ha devastato l'Amazzonia, non è quello del Vangelo, i fuochi divoratori, invece, divampa quando si vogliono portare avanti solo le proprie idee, fare il proprio gruppo, bruciare le diversità per omologare tutti e tutto. Ma al Sinodo si parlerà anche, sarà un tema divisivo e che inciderà fortemente sugli equilibri intra ecclesiastici, dei preti sposati, perché nel documento preparatorio si mette a dibattito l'ordinazione sacerdotale di persone sposate, chiamate di riprobati, uomini di una certa età e di sicura fede, per poter celebrare messa e amministrare i sacramenti, dove come in Amazzonia, la mancanza di clero lo rende difficoltoso. Problematica incandescente che per molti aprirebbe la strada a una rivoluzione nel celibato dei preti.