il silenzio durante la deposizione delle corone di fiori sul monumento dedicato alle 299 vittime del terremoto del 24 agosto 2016. Presente il ministro per lo sport Andrea Abodi. La commozione di chi ha perso un caro. "Vi confesso che soprattutto in giornate come questa avverto personalmente la necessità del silenzio. È una sensazione che mi attraversa spesso quando incontro la gente di questi luoghi". Il silenzio che il vescovo di Rieti chiede nell'omelia di rispetto per chi non c'è più, ma anche per chi continua a vivere qui o spera di ritornarci. "Mentre ascolto e tocco con mano la fatica di chi non vede ancora quanto promesso e sperato". Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, si riuniscono nella città simbolo del terremoto, per ricordare le vittime del sisma di otto anni fa. La ricostruzione è cominciata, ma tanti cantieri procedono lentamente, forse troppo lentamente, all'ingresso di Amatrice è in fase avanzata l'ospedale, nel centro storico sorgono i primi aggregati, in tutto il territorio sono stati ultimate 118 abitazioni, una goccia nel mare. Otto anni fa qui abitavano 2700 persone, oggi ne sono rimaste 970. "Tornare perché, nonostante la tragedia era talmente tanto bello, a volte è anche difficile spiegare quanto era bello quello che avevamo prima, il paese, i ragazzi, queste sono le nostre seconde case ma veniamo da sempre, quando eravamo piccolissimi". Adriano è uno dei sopravvissuti al terremoto, la notte del 24 agosto, è rimasto sotto le macerie della casa di sua nonna per sette ore, è uno dei ragazzi dell'associazione "Amici di Saletta", una minuscola frazione di Amatrice dove persero la vita 21 persone. Con lui alcuni amici. "Questa qui è Saletta e viene inquadrata la fontana davanti casa mia, questa parte qua è casa, o almeno le mura rimaste della casa da quando è crollata". Ragazzi determinati a rivedere il loro paese tornare a vivere, anche se occorrerà ancora molto tempo. "Arriveremo a riavere una sorta di paese, più o meno come la prima, però si devono muovere". "Tu ci sarai?" "Certo, per sempre".