Eccola la centralina di Piazza Minerva a Pavia. Nelle scorse ore i sensori che rilevano la qualità dell’aria hanno suonato il campanello d’allarme: polveri sottili al doppio del limite fissato per legge per la salvaguardia della salute. È una settimana che va avanti così e anche qui, dunque, è già successo anche a Milano, scattano le misure d’emergenza previste in questi casi, vale a dire lo stop alle auto più inquinanti, la riduzione della temperatura di riscaldamento di casa, il divieto di accendere i camini. “Noi consigliamo chiaramente di limitare l’attività fisica all’aperto, di limitare questi aspetti che inducono a respirare più profondamente. Naturalmente chiediamo di limitare gli spostamenti con l’automobile, di privilegiare altri tipi di mezzi - Pavia è una città piccola, ci si muove benissimo anche con altri mezzi – e fare scelte responsabili. Mi riferisco, ad esempio, alla questione della legna dei camini. È chiaro che è impossibile controllare tutti i camini contemporaneamente. La persona che è in casa dovrebbe valutare in quel momento che per qualche giorno può anche non accendere il camino perché comunque il riscaldamento è assicurato da altre fonti”. In questo gennaio nero per la qualità dell’aria sono addirittura nove le città italiane in cui il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo è stato superato per oltre metà mese, da Nord a Sud sia chiaro, ma la situazione più preoccupante resta in Pianura Padana dove l’aria ristagna e non si registra un acquazzone da almeno due mesi. Di certo non basta quella che qui chiamano “scarnebbia”, la pioggerella fine mescolata appunto alla nebbia, ma il meteo fa ben sperare. Nelle prossime ore dovrebbe arrivare una perturbazione che porterà pioggia vera e neve in tutto il Nord e si spera ripulirà l’aria.