Da qualche giorno bivaccava con connazionali magrebini vicino alla stazione Termini. Un carabiniere, di solito di pattuglia nello scalo, l’ha riconosciuto, e grazie alle foto segnaletiche dell’Interpol, Bachir Hadjadj è stato arrestato, e presto sarà espulso. Algerino, trentaseienne, accuse pesanti a suo carico: associazione con finalità di terrorismo e sovversione dell’ordine democratico, già raggiunto da un provvedimento di allontanamento dall’area Schengen, emesso dalla polizia belga, rimpatriato lo scorso 8 maggio, grazie alle nuove rotte dei migranti dal Nord Africa alla Sardegna, da due settimane era tornato a Roma. A far scattare gli allarmi del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, la denuncia della moglie, rimasta in Belgio. Per giorni la donna ha ricevuto messaggi e chiamate allarmanti: “sto arrivando, quando sarò di nuovo a casa lo saprai dalla tv”. L’uomo si sarebbe radicalizzato in carcere, dove era stato portato per rapine, furti e spaccio. Bachir Hadjadj verrà rimpatriato nelle prossime settimane. Un provvedimento che mostra l’alto livello di attenzione nel nostro Paese. Dall’inizio del 2015, il ministro ha firmato 214 espulsioni per la sicurezza nazionale; quest’anno, 72. L’ultima è stata per un marocchino di 52 anni che viveva a Città di Castello, in Umbria, raggiunto da un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato. L’uomo era nella lista delle persone da tenere sotto controllo per i suoi rapporti con un cittadino albanese, suo mentore e radicalizzato sostenitore delle Jihad.