Quando il 15 febbraio 1964 fu lanciato il satellite San Marco 1, L'Italia diventò il terzo paese al mondo dopo Stati Uniti e la allora Unione Sovietica a mettere un satellite. Una pietra miliare che dimostrò la nostra straordinaria capacità tecnologica e scientifica. 60 anni dopo l'Italia può ancora ambire ad essere un punto di riferimento nell'esplorazione spaziale. "Noi abbiamo una grande professionalità e conoscenza in quello che accade nell'atmosfera dobbiamo fare la stessa identica cosa e sviluppare le nostre conoscenze sempre più approfondite nel settore spaziale, è un nuovo dominio dove dobbiamo essere rilevanti." Fare sistema è l'obiettivo del nostro paese per trasformare lo spazio nell'autostrade di un futuro prossimo e l'aeronautica militare è impegnata a catalizzare tutte le componenti che operano nel settore. Se ne è parlato al convegno "Spazio al futuro" "Un futuro magari non tanto lontano Potremmo avere dei vettori che consentono delle persone di viaggiare anche in tempi molto rapidi senza confini da un posto all'altro." Testimone di queste opportunità è l'ufficiale dell'Aeronautica Walter Villadei rientrato a febbraio di quest'anno dopo 21 giorni nella stazione spaziale internazionale. "L'Italia è stata ed è presente e sarà presente anche sulle infrastrutture future che caratterizzeranno le orbite basse.Quindi c'è tanta Italia".