Il recupero di Ottavia Piana, speleologa bloccata nell'abisso di Bueno Fonteno, procede lento ma costante. Gli operatori del Soccorso Alpino e Speleologico non si fermano da sabato notte. 100 operatori suddivisi in piccole squadre, che si alternano ogni 15 ore in quell'enorme cavità, a 6 ore di cammino dall'ingresso, a 300 metri di profondità, tra crepacci, cunicoli, canyon e fiumi sotterranei. Il percorso, angusto e friabile, è stato disostruito, ossia allargato per permettere il passaggio della barella, dov'è distesa Ottavia. "Ma, allora, le difficoltà che abbiamo trovato qua sono quelle a cui siamo abituati di solito, insomma. Quindi le basse temperature, il fango, l'acqua, passaggi stretti, la fatica naturalmente, di raggiungere luoghi lontani e poi di trasportare un peso a mano, che comunque è impegnativo se fatto per 12 ore di fila". Ottavia Piana è stabilizzata ed è monitorata dall'equipe medica. Ha riportato fratture e ferite alle gambe, al torace e al viso. Mentre camminava su un passaggio, la terra sotto di lei è crollata, e lei è caduta nel vuoto. Ora è vigile e collaborativa, e psicologicamente forte. Giorgio era con lei in spedizione, ed è rimasto con lei fino al momento dell'arrivo dei soccorsi . "È un'istruttrice, è molto in gamba, è brava, è tecnicamente preparata. Sta sempre attenta a non correre rischi inutili. È una delle persone più preparate e più tranquille che io conosca". In superficie, la spola continua. È un viavai incessante al centro di coordinamento dei soccorsi, dov'è allestita una cucina che non si ferma mai. Nessuno fa previsioni, ma negli occhi di tutti c'è ottimismo, e soprattutto quella determinazione a non fermarsi finché Ottavia non vedrà la luce del sole.