Stagionali aeroporti senza alcuna forma di sostegno

15 mag 2020
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“Le nostre prospettive sono essenzialmente nulle, non abbiamo alcuna garanzia e, purtroppo, ci ritroviamo a dovere fronteggiare il nulla.” I prossimi mesi saranno cruciali per la sopravvivenza dell'industria del turismo, che da sola in Italia rappresenta il 13% del PIL. La pandemia da Covid ha inciso in maniera decisa e il drastico calo dei viaggi aerei ne è stata la conseguenza ovvia. La riduzione del traffico sugli scali italiani ammonta al 90%, una riduzione che ricade su chi negli aeroporti lavora, soprattutto sugli stagionali, migliaia in tutta Italia. “Attualmente il decreto Cura Italia si è occupato di stagionali solo per quanto riguarda il settore del turismo e delle sorgenti termali, quindi, alla luce dei fatti, dopo il decreto Cura Italia per noi non c'è stato alcun tipo di sostegno.” A nulla hanno avuto diritto finora gli addetti alla sicurezza, al controllo passeggeri né il personale di terra del check in, gli spedizionieri, gli agenti di rampa, gli addetti alle pulizie, al carico e scarico bagagli, un intero universo di lavoratori totalmente dimenticato. Nel Decreto Rilancio uno spiraglio. “L'ultimo decreto ministeriale, invece, quello che è uscito il 4 maggio, che dovrebbe andare a integrare, poi, il decreto Cura Italia, invece, sembrerebbe avere previsto un bonus simile a quello conferito agli stagionali del turismo, ma attualmente, purtroppo, c'è un cavillo, diciamo, c'è una finestra temporale che viene inserita.” “Quello che chiediamo, innanzitutto, è che si faccia chiarezza su questi paletti che sembrerebbero essere stati imposti, innanzitutto perché andrebbero a lasciare indietro numerose persone che, invece, hanno terminato i contratti dopo la data che viene imposta, che è quella del 31 gennaio 2020. Parliamo di una bozza perché, allo stato attuale, non è stato ancora pubblicato il testo sulla Gazzetta Ufficiale.” Una bozza che, però, preoccupa. Per loro questo sbarramento è inspiegabile. Nell'attesa di chiarimenti “Chiediamo che siano prese, per l'appunto, delle misure di lungo termine perché, ad esempio, nella bozza del decreto Rilancia Italia è stato predisposto anche un prolungamento della Naspi di soli due mesi, il che vuol dire arrivare fino a fine giugno e, sicuramente, noi questa estate non lavoreremo, quindi la misura è assolutamente insufficiente!”.

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