Stop Whirlpool Napoli, niente di fatto: esplode protesta

03 lug 2020
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Dopo oltre un anno dall'inizio della vertenza Whirlpool si torna al punto di partenza. Nulla di fatto, la multinazionale americana lascia lo stabilimento napoletano il 31 ottobre prossimo. Dal canto suo, nella strada stretta di questi ultimi mesi che ci separano da ottobre, il Governo prospetta la ricerca di nuovi investitori, ipotesi che lascia sgomenti e arrabbiati i lavoratori e i sindacati. “Un Governo serio, prima di pensare a nuove riconversioni, dovrebbe prima preoccuparsi di portare a buon fine quelle che stanno ancora in essere, guarda caso in cui c'entra anche la nostra società”. A cosa si riferisce? “A Embraco innanzitutto, ma anche a Carinaro, tre anni fa avevano promesso cose che poi non hanno fatto. Quindi prima ancora di pensare a nuove riconversioni diamo un segnale che siamo anche capaci di farle le riconversioni”. “Io ho 53 anni, ma secondo lei a 53 anni dove posso andare? Penso da nessuna parte. E purtroppo ho una famiglia da potare avanti. Io sono una monoreddito, mio marito è disoccupato e anche malato, quindi mi dica lei, a chi mi devo aggrappare?”. Gli operai tornano in strada con un corteo per rivendicare i propri diritti e chiedere il rispetto dei patti sottoscritti dall'azienda, che prospettavano addirittura un rilancio dello stabilimento. Siamo all'imbocco dell'autostrada. La tensione in questi minuti sta salendo, gli operai sono molto arrabbiati. “Il mio timore è che arriveremo a trovare delle riconversioni fantoccio e torniamo per strada. In quest'area tornare per strada vuol dire combattere ogni giorno con la camorra, combattere ogni giorno con la crisi, con tante persone che saranno disperate e non sanno come andare avanti”. “Noi ce l'abbiamo un investitore, è la Whirpool. La Whirlpool ha 5 mila dipendenti in Italia e non può scaricarne 350 in un momento in cui il mercato cresce”. “Le reindustrializzazioni non hanno mai portato bene. A Carinaro siamo ancora in attesa da tre anni che parta il processo e il programma di reindustrializzazione della Seri, sono ancora fermi. Nelle prossime giornate, nelle prossime settimane individueremo ulteriori iniziative di lotta dopo il coordinamento del 7 e se è il caso uniremo anche i lavoratori di Carinaro e di Napoli per lanciare una mobilitazione sul territorio regionale”.

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