Sacchi a pelo, tende e ripari improvvisati per la pioggia e per la temperatura che di notte scende sotto lo zero. Siamo davanti all'ufficio immigrazione di Torino, scene che si ripetono il lunedì e il mercoledì sera perché il martedì e il giovedì qui si lavorano le pratiche per i ricongiungimenti familiari e per i rinnovi del permesso in attesa di protezione internazionale, ci si organizza con i numerini per la coda ma a volte bisogna accamparsi qui per giorni. "Anche dentro non dorme, tutto acqua dentro, tutto bagnato." La denuncia arriva dalla CGIL di Torino che da una settimana sta chiedendo una soluzione per questi disservizi. "Questa è una situazione drammatica che si trascina in realtà da anni, nell'ultimo mese con l'inverno c'è stato il freddo poi la pioggia e questo ha determinato una drammatizzazione proprio sul versante umanitario delle condizioni minime del rispetto delle persone e con una latitanza delle istituzioni che avrebbero dovuto far fronte al problema." Negli ultimi due giorni sono stati installati questi gazebo e questi quattro bagni chimici, Croce Rossa e Protezione Civile hanno portato coperte e cibo agli stranieri in attesa e la Prefettura di Torino ha accettato l'offerta della Diocesi di trasferire l'ufficio immigrazione nei locali della curia arcivescovile ma a partire dal prossimo autunno. Il problema riguarda i numeri e il personale però, 212mila accessi nel 2024 In questo ufficio e oltre 70mila permessi di soggiorno rilasciati, una mole di lavoro enorme denunciano i sindacati di Polizia. "È in carenza di organico, tenete conto che a marzo non verranno rinnovati i contratti per una decina di interinali civili professionali ormai formati, ma è esattamente come in tutti gli altri uffici, paghiamo lo scotto di scellerate politiche decennali, una carenza di 8.000 unità che vediamo oggi pesare gravemente sugli uffici di Polizia.".