I due evasi sono un colombiano di 19 anni e un tunisino di 18. Quest’ultimo aveva un permesso premio per trascorrere otto ore con la compagna e sarebbe dovuto tornare al carcere di Ferrante Aporti di Torino alle 13 di sabato. Il colombiano, invece, aveva un permesso di quattro ore per recarsi nel centro di Torino ad acquistare alcuni vestiti, accompagnato da una mediatrice culturale. L’evasione di quest’ultimo risalirebbe a giovedì. L’organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria ha denunciato pubblicamente i fatti. In un comunicato sul sito web parla di amministrazione allo sbando e sistema inefficiente, oltre a rinnovare, di conseguenza, l’invito a istituire una Commissione parlamentare sulle inefficienze del sistema penitenziario, anche quello minorile, che non produce sicurezza e non recupera alla società civile chi commette i reati. Nelle ultime settimane sono stati diversi i casi di evasione da carceri italiane. I più clamorosi quello di Johnny lo Zingaro, ossia Giuseppe Mastini, condannato all’ergastolo, detenuto nella Casa circondariale di Fossano, in Piemonte, scappato il 30 giugno, quando non si era presentato alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte nel Savonese, dove era stato assegnato per svolgere un periodo di lavoro esterno, catturato il 25 luglio a Taverne d’Arbia in provincia di Siena a casa di parenti. E ancora, i due albanesi scappati dal penitenziario di Civitavecchia il 30 luglio, eludendo i sistemi di sicurezza e calandosi nel più classico dei modi usando delle lenzuola. Uno dei due, Luca Leke è stato poi individuato nel giro di 24 ore mentre è ancora in fuga l’altro, Marku Osvaldi. Infine, il tunisino di 55 anni, Ismail Kammoun, detenuto per omicidio che il 5 luglio ha approfittato di un permesso premio dal carcere di Volterra per darsi alla macchia, tuttora irreperibile, e ricercato sull’intero territorio nazionale.