Siamo nell'area del check-in remoto dell'Aeroporto Internazionale di Torino. 1.500 metri quadrati, che prima della pandemia erano dedicati agli sciatori, in migliaia arrivavano con voli charter dal nord Europa e da qui ripartivano dopo una settimana sulle montagne olimpiche, ma la stagione è completamente saltata e allora questo spazio è stato trasformato in un hub vaccinale, il 226 esimo in Piemonte. "Sicuramente questo percorso lineare ci permette di mantenere le caratteristiche dei percorsi one flow richiesti anche a livello regionale, in particolare oggi qui sono presenti oltre i nostri infermieri e medici, anche degli studenti del corso di laurea infermieristica. La parte amministrativa è collocata nelle zone di check-in, quindi sicuramente un po' particolare immaginare che laddove abitualmente siamo abituati a far passare le valigie in realtà ci siamo i nostri operatori, che lavorano sul programma regionale per la registrazione dei vaccini". "l'idea che ci è venuta è quella di proporre al servizio sanitario regionale di utilizzarla proprio come un punto di vaccinazione, per servire tutta la comunità limitrofa. Quindi da questa si partirà, sono 1.500 metri quadri che possono, con quattro linee di vaccinazione, che possono quindi far vaccinare circa 500 persone, al momento, ma si può arrivare anche a 1.000". Numeri che purtroppo non potranno essere raggiunti, almeno nell'immediato, a causa della mancanza dei vaccini. "Dobbiamo per forza rallentare, noi potremmo toccare almeno la soglia di 30.000 vaccinazioni giorno e arrivare, come avevamo detto, a 40.000 a maggio. Oggi dobbiamo rallentare col freno tirato a mano sulle 22.000-23.000 proprio perché mancano le dosi, non arrivano dal Governo.