Come sta Francesco? "Sta bene, adesso sta molto bene. Grazie a questo intervento è rinato". Simona è raggiante, lo dicono gli occhi e lo conferma il suo viso perché suo figlio Francesco, 13 anni ora sta bene. Fin dalla nascita, era affetto da una rarissima anomalia nella circolazione del sangue nell'addome che gli aveva provocato ipertensione polmonare, un'altra grave patologia. Il trapianto di fegato era l'unica possibilità di salvezza. "Prima si poteva solo peggiorare, adesso da qui in avanti, si può solo migliorare. Lui è molto felice, lui adesso possiamo fare dei progetti a lungo termine che prima non c'erano permessi, adesso proprio meglio e lui ha già progetti di voli, di vacanze, di feste coi compagni". L'operazione è durata 16 ore, un intervento di una complessità estrema, eseguito dal Professore Renato Romagnoli Direttore del centro trapianti di fegato della Città della Salute e della Scienza di Torino. L'organo è stato donato da un altro bambino morto in Germania e in tempi record è stato trasportato a Torino. "Le condizioni in cui il bambino si era presentato alla nostra osservazione erano di intrampiantabilità. I livelli di pressione nella arteria polmonare erano altissimi. C'è voluto un anno di terapie multiple in combinazione a dosaggi elevati che hanno consentito di ridurre quel tanto che bastava alla pressione a livello polmonare, per poter poi affrontare un intervento molto complesso in circolazione extracorporea proprio perché le condizioni del cuore erano quelle che ci spaventano di più". "Il trapianto per lui vuol dire vita. Prima gli avevano dato una scadenza, purtroppo, ci tengo a ringraziare chi nonostante il dolore riesca a dire quel sì che però è una prospettiva di vita per qualcun altro. Mio figlio adesso potrà vivere, avrà una vita davanti a lui che prima non aveva grazie a questo trapianto".