Ha 18 anni e si è appena vaccinata, da ottobre lavora come volontaria della Croce verde di Torino sulle ambulanze, ha cominciato in piena pandemia. È una giornata molto importante. Diciamo che dopo questo vaccino speriamo di tornare un po', avvicinarci alla normalità. All'ospedale oftalmico di Torino la giornata di vaccinazioni è interamente dedicata ai volontari del trasporto sanitario. 600 vaccini riservati loro, con laboratori aperti 12 ore, dalle 8 alle 20. Stiamo lavorando molto. Oggi questa giornata ha anche questo senso, di ampliare la platea dei soggetti vaccinati e di ringraziare i volontari per quello che hanno fatto durante la pandemia. Qui siamo nella sala della preparazione del vaccino, uno dei momenti più complessi di tutta la filiera, con un protocollo ben preciso da rispettare. Prevede lo scongelamento della fiala contenente appunto il vaccino, la diluizione con fisiologica, la preparazione delle sei dosi e poi successivi prelievi in siringa e somministrazione della dose di 0,3 ml. Quanto si impiega per fare tutto questo? Una decina di minuti possono essere sufficienti, dal scongelamento in avanti. Dopo un inizio sprint nella somministrazione del vaccino, il Piemonte ha rallentato ma è in linea con le previsioni di questa prima fase dedicata agli operatori sanitari e ai dipendenti e ospiti delle Rsa. Quali saranno le difficoltà quando comincierà la vera e propria vaccinazione di massa? Saranno solo forse legate ai numeri, perché io non vedo grosse difficoltà perché chi vuole vaccinarsi vuole vaccinarsi. Questa è una cosa che abbiamo vista benissimo, se non c'è l'obbligo non c'è neanche questione di avere persone riottose alla vaccinazione. Quindi io penso che le uniche difficoltà saranno legate ai grossi numeri.