Trattativa Stato Mafia, boss Graviano parla di Berlusconi

09 giu 2017
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Silvio Berlusconi sarebbe colpevole di averlo abbandonato e di averlo fatto rimanere ventiquattro anni in carcere. Giuseppe Graviano, il boss di Brancaccio intercettato durante l’ora d’aria, se la prende con l’ex Cavaliere, reo secondo lui, di averlo lasciato al suo destino dopo che lo stesso boss, all’inizio degli anni Novanta, si mise a disposizione per aiutarlo durante la sua discesa in campo con Forza Italia. Parole di un mafioso al 41-bis che adesso, probabilmente, entreranno a far parte del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia che sarebbe avvenuta all’indomani delle stragi del ‘93 di Roma, Firenze e Milano. Stragi che, stando alle parole di Graviano intercettato durante un colloquio con il suo compagno di socialità, non sarebbero state volute da Cosa Nostra. Giuseppe Graviano è un fiume in piena: parla della notte dell’attentato di Roma e del timore dei politici che ci fosse un colpo di Stato. Dichiarazioni che sono state depositate al processo che vede alla sbarra, tra gli imputati, anche il boss Totò Riina che, dopo le polemiche scoppiate in merito alla pronuncia della Cassazione, è apparso in videoconferenza su una barella. Per il PM che regge l’accusa, Nino Di Matteo, il boss corleonese sarebbe lucido e presente a se stesso tanto che, durante le pause di un’udienza precedente, si sarebbe lasciato andare a commenti e riflessioni con un agente del GOM della Polizia penitenziaria che ha fatto subito una relazione e che il magistrato ha adesso chiamato a testimoniare. Dunque, per Di Matteo le condizioni di salute di Riina non sarebbero incompatibili con il regime carcerario ma questo lo dovrà stabilire il tribunale del riesame di Bologna. Di certo c’è che Riina ha parlato e adesso a parlare, seppur intercettato, è stato un altro boss che negli anni delle stragi ha avuto un grandissimo potere in Cosa Nostra.

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