Evitare di ripetere gli errori di sottovalutazione del 2019, ma soprattutto evitare di ripiombare nell'incubo della pandemia. Per questo l'Europa corre ai ripari, vista l'emergenza Covid riesplosa con virulenza in Cina, dove si contano, secondo alcune stime, milioni di contagi al giorno e migliaia di vittime. La Commissione europea ha convocato per oggi una riunione del Comitato di sicurezza per discutere le possibili misure per un approccio coordinato da parte degli Stati dell'Unione, in seguito al repentino dietrofront del Governo cinese passato da una feroce politica Zero Covid a una sorta di liberi tutti, le infezioni nel Paese asiatico sono esplose. Pochi i vaccinati e anche chi lo è con una protezione al virus del 25%. Molti Paesi sono in allarme, alcuni come Italia, Stati Uniti, Giappone, India, Taiwan, Corea del sud e Malesia hanno deciso di imporre tamponi a chi arriva dalla Cina. La Commissione vuole evitare che gli stati membri vadano in ordine sparso con restrizioni alle frontiere non condivise, come accadde all'inizio della pandemia nella primavera del 2020. La variante Omicron, prevalente in Cina, è già presente in Europa e non è aumentata in modo significativo, tuttavia "Rimaniamo vigili e pronti a usare misure restrittive", ha assicurato la portavoce dell'esecutivo europeo. La Cina intanto prova a rassicurare dicendo che l'onda di contagi nel Paese ha già raggiunto il suo picco in diverse città ma aggiunge che, tra dicembre e marzo, tra il 10% e il 30% della popolazione cinese potrebbe contrarre il virus. Ma proprio l'assenza di notizie certe e la poca trasparenza sui dati reali, proprie di Pechino, spingono il resto del mondo a serrare le fila.