La pandemia ha certamente un peso ma non è la causa dei disagi mentali che affliggono milioni di giovani in tutto il mondo. Più di un adolescente su sette, tra i 10 e i 19 anni, convive con un disturbo diagnosticato. 89 milioni sono ragazzi, 77 milioni ragazze. Un fenomeno che precede di molto il periodo del Covid-19. A denunciarlo è l'ultimo rapporto dell'Unicef, La condizione dell'Infanzia nel Mondo 2021, che registra quasi 46 mila suicidi ogni anno a livello globale, uno ogni 11 minuti. Dati mostruosi analizzati per fascia di età e identità di genere che svelano come per le ragazze tra i 15 e i 19 anni il suicidio sia la terza causa di morte più comune. Quali sono i disturbi mentali prevalenti? Secondo il rapporto, nel 40% dei casi, le diagnosi principali riguardano ansia e depressione con tassi più elevati in Medio Oriente, Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale. In alcuni casi il disagio mentale è tale da lasciare i giovani con la sensazione di non avere una via d'uscita. La London School of Economics stima, all'interno del rapporto, l'impatto sociale ed economico dei disturbi mentali negli adolescenti spesso causa di disabilità gravi oltre che di gesti estremi causando danni all'economie mondiali stimati in più di 335 miliardi di euro all'anno. Un dato crudo ma che serve a capire quanto i disturbi della psiche possano influire non solo sulla vita del singolo ma anche della collettività. In questo quadro, denuncia Unicef, si registra l'inerzia delle istituzioni. I governi investono ben poco per arginare il fenomeno. A livello mondiale, per la salute mentale, viene destinato solo il 2% delle spese sanitarie.