In ordine sparso, anche le somministrazioni dei vaccini da parte dei medici di base, procedono a 21 diverse velocità e modalità, a seconda delle regioni. In Friuli e in provincia di Bolzano non esiste nemmeno l'accordo, siglato invece ormai da settimane in Lombardia, dove però mancano le dosi e i medici di famiglia non possono eseguire le vaccinazioni nei propri studi, se ne riparlerà dopo Pasqua. Indietro anche la Puglia dove, sempre dosi permettendo, si inizierà il 6 di aprile. È più che altro logistico, di rifornimento e di trasporto delle dosi, il problema che ha rallentato la Sicilia dove l'80% degli oltre 5 mila dottori presenti sul territorio è pronto e disponibile. Forte adesione anche in Emilia Romagna, i medici di famiglia hanno già eseguito circa 55 mila somministrazioni in due settimane, ma la sospensione di AstraZeneca ha bloccato i tempi e ora sono in attesa di 110 mila dosi, che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, per vaccinare il personale scolastico. In Piemonte più di 1.000 medici, per ora, hanno deciso di non aderire alla somministrazione, 850 lo stanno facendo nei loro studi e altri 800 in centri vaccinali a disposizione degli enti locali. Qui è il turno di pazienti tra i 70 e i 79 anni. In Campania su 4 mila medici, oltre 500 hanno scelto di non essere vaccinatori e poi c'è il Lazio, dove i medici sono partiti un mese fa e ognuno di loro, in media, ha somministrato 20 dosi, quando potenzialmente potrebbero inoculare con 2.500 dottori vaccinatori su 4 mila, 300 mila vaccini al mese.