Vaiolo delle scimmie, a Sky Tg24 il parere di Pregliasco

16 ago 2024
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"Perché molti studiosi ci dicono non lo chiamate vaiolo delle scimmie, è inappropriato, secondo lei le chiedo?" "Ma, di fatto era una variante che era delle scimmie, ma purtroppo queste nuove appunto clade, come li chiamiamo, cioè queste nuove varianti ormai sono a trasmissione uomo-uomo e quindi è stato deciso di dare, a questo punto, un'indicazione unica e a questo punto non di vaiolo delle scimmie perché ormai, di fatto, è improprio. Non è un contagio non è una zoonosi che determina un contagio." "Ricordo che mi pare di capire la prima volta nell'uomo stiamo parlando Repubblica Democratica del Congo nel 1970, perché questa non è la prima volta che parliamo di questo virus, anche se ha avuto poi negli anni la nascita di questi due sottotipi, possiamo chiamarli così, del virus insomma uno era più violento l'altro un po' meno facciamo chiarezza." "Allora purtroppo questa malattia è endemica in alcun stati dell'Africa con numeri abbastanza rilevanti e effetti pesanti di salute soprattutto in considerazione poi della carenza della possibilità di trattamento. L'elemento che ci aveva inquietato è stato a maggio del '22 proprio legato a una diffusione in Europa, anche in Italia con alcune centinaia di casi proprio legato a queste nuove varianti. L'abbiamo imparato col Covid, i virus tendono sempre ad aumentare, ampliare il loro mercato modificandosi e quindi in qualche modo trovando in questo caso la modalità di qualche modo sganciarsi dal suo, dal normale appunto animale che per cui veniva che veniva colpito e trasportato e disponibile purtroppo per la diffusione nell'uomo." "Eh si, chiaramente lo avrà sentito anche lei è già in giro no, cioè le persone in giro non vogliono assolutamente sentire neanche parlare di possibili pandemie no dopo il Covid, ancora siamo rimasti un po' scottati, dottor Pregliasco, anche perché stiamo parlando di due tipi, credo, completamente diversi. Se non però mi dica lei chiaramente l'ho chiamata per questo, di virus", "Allora sicuramente c'è una differenza sostanziale, la via di trasmissione, di questo Mpox è la via di contatto diretto uomo-uomo e quindi attraverso rapporti sessuali o un contagio attraverso indumenti, asciugamani o quant'altro quindi una situazione più gestibile più controllabile nel momento in cui si fa educazione alla salute e si informano le persone. Io credo che sia importante, e l'avete detto nel bel servizio introduttivo, non fare allarmismo; ma come dire interpretare questo messaggio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità come la necessità di mettere un faro, appunto, su questa patologia che dagli anni 70 che in qualche modo incombe e che crea problemi. Ma ciò che si vede ovvero questo clade 1B contagiosissimo e ampiamente diffusibile uomo-uomo, deve essere controllato e se lo si fa all'inizio, in una fase direi limitata in termini numerici anche se purtroppo i dati almeno sembrerebbero più di 500 decessi e 14mila casi segnalati che sicuramente sono sottostimati rispetto poi probabilmente a ciò che sta accadendo in quelle Nazioni e quindi in questo modo attraverso uno sforzo congiunto e la disponibilità di vaccini perché, per fortuna c'è già un vaccino contro a questa patologia, di contenere e rendere il meno possibile pesante l'effetto sulla salute.".

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