Resta alta l'attenzione sul vaiolo delle scimmie da quando l'OMS ha identificato la malattia come emergenza sanitaria pubblica internazionale. Fondamentale la diagnosi precoce, che non è scontata. "Può essere scambiata con altre comuni patologie della cute, per esempio la Varicella in primis, oppure l'Herpes Zoster o Fuoco di Sant'Antonio o l'Herpes Simplex o altre malattie comuni come l'impetigine contagiosa, che è una malattia batterica, oppure i molluschi contagiosi, che è una malattia virale, oppure con reazioni a carattere allergico". Ma insieme alle lesioni, aiuta il quadro clinico. "Il fatto che l'eruzione cutanea sia preceduta di qualche giorno, 3 o 4 giorni da febbre, malessere, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza, ci deve far sospettare che si possa trattare del vaiolo delle scimmie". All'IDI, è stato organizzato un pool di esperti e anche attivato l'indirizzo mail dedicato: chiunque abbia dubbi o domande, può scrivere e ricevere risposta da chi si sta occupando proprio di monkeypox. Secondo l'ultimo bollettino del Ministero della Salute, i casi confermati in Italia sono circa 600. Goccioline respiratorie, oggetti contaminati e contatto pelle a pelle le vie di trasmissione. "La possibilità del contagio pelle a pelle quindi, include la possibilità anche di un contagio in seguito a rapporti sessuali, e quindi è una patologia che si può anche trasmettere sessualmente, ma non è una malattia sessualmente trasmessa". Più esposti gli uomini che fanno sesso con uomini, questo non vuol dire che la malattia colpisca in base all'orientamento sessuale, indica invece la modalità di trasmissione più comune: il contatto fisico diretto, compreso il contatto sessuale; e la conoscenza è fondamentale, per meglio contenere la diffusione della malattia.