Sono tre i casi di vaiolo delle scimmie accertati, tutti ricoverati allo Spallanzani. Casi non gravi e non collegati tra loro. Due di ritorno dalle Canarie, uno da Vienna. Sotto monitoraggio i contatti di ciascuno per verificare eventuali ulteriori contagi. Insomma, al momento la situazione è controllata. "Nessun allarme, nessuna preoccupazione eccessiva, c'è, come giusto che sia, nessuna sottovalutazione. L'opinione pubblica deve stare tranquilla e serena. Nessun allarme". Già sequenziato tra qualche giorno il virus sarà isolato, passo fondamentale per capire se il vaccino contro il vaiolo in qualche modo protegge. "Prenderemo i sieri di persone vaccinate, lo confronteremo con il virus isolato e vedremo se questo vaccino è capace ancora di proteggerci". Meno grave del vaiolo classico, ha questo nome perché il virus venne identificato per la prima volta nel 1970 in una scimmia. Ma oggi il contagio avviene attraverso i roditori o da uomo a uomo, mediante contatti molto stretti, attraverso la saliva o lesioni cutanee infette, ma nulla al momento che possa far parlare di una malattia a trasmissione sessuale o che riguardi in particolare gli omosessuali. Le tre persone ricoverate non hanno bisogno di terapie specifiche ma esistono comunque farmaci sperimentali che possono essere utilizzati eventualmente in caso di malattia molto grave. "Nell'occidente i casi che ci sono stati, sempre modesti come numerosità, la letalità è intorno all'1%, quindi è una malattia che raramente diventa grave".