Lesioni, falso, abuso d’ufficio, detenzione di armi. In due casi sequestro di persona, violenza sessuale. Multe cancellate in cambio di sesso, falsi fogli di servizio per inesistenti turni di servizio notturno. Arriva all’avviso di conclusione delle indagini la maxi inchiesta della Procura di Massa Carrara contro 37 carabinieri delle stazioni della Valle del Magra, in Lunigiana. Un caso esploso, come una bomba, nel giugno scorso con l’arresto di quattro militari. Uno tutt’ora rinchiuso nel carcere militare di Verbania. L’obbligo di dimora e il trasferimento di altri. Vicenda partita dalla denuncia fatta da alcuni cittadini, in primis extracomunitari immigrati, riguardo il modus operandi di alcuni militari. Sono capi di imputazione che pesano come macigni. Per la Procura di Massa, guidata da Aldo Giubilaro, uomini dell’Arma hanno abusato del loro potere e della loro divisa contro gli immigrati, persone spesso senza nome e quindi difficili da rintracciare o considerati a volte poco credibili. Eppure quello che i magistrati ritengono di aver accertato è accaduto davvero. Avrebbero picchiato, insultato, minacciato, violentato, stordito con scariche elettriche, puntato pistole al volto contro immigrati che erano stati fermati o sottoposti a controlli di routine. Non si tratta di pochissimi uomini. Secondo l’accusa era un vero e proprio sistema fatto di brutalità e prepotenza. Pesantissime le intercettazioni e la narrazione di quanto accadeva nel buio delle caserme: atti sessuali forzati, vessazioni, schiaffi, pugni, umiliazioni, canna della pistola in bocca. E non è finita. Ci sono appuntati che dichiararono di essere in servizio mentre stavano a cena con parenti e amici sotto le festività natalizie.