Di buon mattino la via centrale di Reggio, dei negozi e dello shopping è desolata. Di solito a quest'ora è già piena di gente che va al lavoro, prende il caffè, passeggia, ma oggi è iniziato il nuovo lockdown. Le attività commerciali sono perlopiù chiuse tranne quelle ritenute essenziali, qualcuna in più dello stop precedente. Per fortuna sì, ci hanno risparmiato stavolta, anche se è tutto chiuso. Pure vedere tutto chiuso è brutto. Tra i pochi in giro c'è chi si reca a una visita medica, chi porta a spasso il cane, ma anche chi a casa non intende starci. Ho un appuntamento in banca. E sono andato. Non sappiamo se rientra tra i motivi per cui è possibile spostarsi. Non mi interessa. Fino a farmi arrestare io sono disponibile. La rabbia in Calabria è palpabile, la gente non accetta la zona rossa, per contagi sì In crescita, ma tuttora contenuti rispetto ad altrove, e c'è chi manifesta il suo dissenso anche in modo particolare Questo signore sta consumando qui in piedi, ma potrebbe farlo? Questo signore sta consumando in piedi. Però è una protesta, quella che sto facendo io. Secondo lei però come si possono proteggere i cittadini dal punto di vista della salute? I morti ci sono. No, non ce ne sono morti, non ci sono. Noi siamo stati zona rossa, perché si sono mangiati i soldi, perché 85 milioni li hanno mangiati. E non hanno fatto i posti, non hanno fatto i posti letto, e io devo pagare per loro? Quindi apro per protesta. La contestazione d'altronde è generale, e già partita con proteste di piazza in tutta la Regione alla vigilia della chiusura, e prosegue con altri appuntamenti. Il problema qui è la fragilità del sistema sanitario, che non reggerebbe a un'ondata di ricoveri, per ora bassi. Terapie intensive al 5% della capienza e reparti Covid al 16%. Da qui anche la reazione della politica. C'erano alternative possibili, si dice.