Salgono positivi. Salgono i ricoveri in Umbria, che resta fascia arancione, mentre entrano in zona rossa tutta la provincia di Perugia e sei comuni nel ternano. Micro zone rosse rafforzate in determinati territori alla luce del fatto che qui sono stati individuati diversi casi riconducibili a due varianti del virus, a quella inglese e la brasiliana riscontrata soprattutto in ospedale. Abbiamo iniziato a insospettirci alla fine del mese di dicembre e a quel punto c'è stata l'intuizione della responsabile della microbiologia che forse eravamo di fronte a qualcosa di diverso dal solito. Oggi i casi sono 12 per la brasiliana 18 per la variante inglese. Ma il virus è indubbio che stia circolando e ci saranno ancora altri casi di cui non si ha contezza. Al momento il numero dei ricoveri è il più alto mai raggiunto in regione. In questo momento abbiamo disponibilità di posti letto. Lavoriamo molto, sul turnover, ma la vera sfida è il reclutamento del personale. Zona rossa rafforzata, dunque, e zone rosse significa scuole chiuse e didattica distanze, significa negozi chiusi, bar e ristoranti aperti solo per asporto e consegna a domicilio e danni alle tante attività economiche sfinite da un anno di pandemia, ma alla zona rossa non c'erano alternative. Si è resa necessaria soprattutto per la scarsissima conoscenza della variante brasiliana, perché finché non riusciremo a conoscere le dinamiche di trasmissione per il principio di massima cautela bisogna intervenire in questo modo. L'Umbria è come una sorta di laboratorio suo malgrado e il tempo, questo, necessario a studiarle queste varianti perché se di quella inglese sappiamo che colpisce soprattutto i bambini e adolescenti, della brasiliana si sa davvero poco.