Arrivano segnali poco incoraggianti dal mercato del lavoro. Torna a salire dopo 4 mesi la disoccupazione. Un lieve aumento che riporta il tasso di chi non ha un posto al 10,7% a febbraio. Un incremento che vale 34.000 italiani in più a caccia di un'occupazione. Rimane positivo il raffronto annuo col numero di disoccupati, quindi inferiore al febbraio del 2018 ma se si spostano le lancette dell'orologio indietro di 12 anni, cioè a prima dell'inizio della crisi finanziaria la situazione appare sconfortante. A quell'epoca la disoccupazione era di 5 punti percentuali più bassa. Tornano a oggi l'Istat spiega che la crescita dei senza lavoro riguarda sia gli uomini che le donne e si concentra fra chi ha più di 35 anni ma meno di 50. È in questa fascia di età che si sono concentrate le maggiori difficoltà con una perdita di 74.000 posti nel giro di un mese. L'emorragia in generale ha riguardato solo i lavoratori dipendenti, sia quelli assunti a tempo determinato sia quelli a termine, mentre si è registrato un aumento degli autonomi. Si tratta di un aspetto che desta preoccupazione alla luce anche del Decreto Dignità, pienamente operativo da ottobre, varato dal Governo con l'obiettivo di dare un giro di vite all'utilizzo dei contratti a tempo determinato e incentivare le assunzioni stabili. Se invece consideriamo i giovani, a febbraio non si sono visti sostanziali cambiamenti. La leggera diminuzione non cambia di molto il fatto che un terzo, di chi ha tra i 14 e i 25 anni è disoccupato, anche se bisogna ricordare che tenuto conto di chi ancora studia e di chi non è a caccia di un posto, i senza lavoro in questo caso sono molti di meno. Infine un raffronto col resto d'Europa peggio di noi, in quanto a disoccupazione ci sono solo Grecia e Spagna. In tutti gli altri Paesi dell'Unione le cose vanno molto meglio, con la Germania che si conferma la locomotiva del continente con una sostanziale piena occupazione.