Ma ve lo ricordate il 3% da non sforare nel rapporto deficit/pil? Il mantra: ce lo chiede l'Europa, ad accompagnare ogni richiesta di sacrificio per le nostre tasche. Il volto della Merkel dipinto con i baffetti hitleriani per le strade di Atene, mentre il Governo greco contrattava con la Troika sanguinosi programmi di austerità per rientrare nei parametri. Il patto di Stabilità, per anni pietra angolare dell'Unione e pietra dello scandalo per gli euroscettici, sta per andare definitivamente al macero. Già è in naftalina dallo scoppio della pandemia, buttato lì In tutta fretta quando apparve chiaro che gli stati avrebbero dovuto mettere in circolo palate di soldi in aiuti pubblici e addio a qualsiasi parametro di bilancio. Quasi due anni dopo c'è la conferma che dal cassetto si passerà direttamente al cestino. L'Unione Europea avvia l'iter per la riforma del patto di Stabilità, l'annuncio del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Le regole per avere il bilancio in ordine saranno totalmente riscritte. Si parte da subito, il dibattito pubblico si svilupperà in diversi forum, più un sondaggio on-line che sarà chiuso il 31 dicembre di quest'anno. Entro il primo quadrimestre del prossimo la Commissione fornirà già un primo orientamento, con l'obiettivo di scrivere le nuove norme entro il 2023. L'Europa sta navigando in acque più calme dopo le turbolenze della pandemia, ha spiegato Dombrovskis e stiamo ora superando le aspettative di crescita, ma la crisi ha reso più visibili alcune sfide, deficit e debito più elevati, divergenze e diseguaglianze più ampie e la necessità di maggiori investimenti. Abbiamo bisogno, ha concluso, di regole di governance economiche in grado di affrontare queste sfide a testa alta. Si parte subito col confronto quindi, primo punto tra i più caldi la Green Rule, escludere dai conteggi di deficit e debito gli investimenti destinati alla transizione ecologica.