Il mercato degli affitti brevi tiene, nonostante l'offerta sia diminuita a causa delle restrizioni in alcuni comuni. L'impatto è positivo, con 41,7 miliardi sul PIL nazionale fra prenotazioni dirette, indotto e ristrutturazioni, arredi e manutenzioni. Nei primi 8 mesi dell'anno le case offerte sono diminuite di circa l'8-10% rispetto allo stesso periodo del 2024 perché molti proprietari, a causa dell'inflazione, le hanno tolte dal circuito per trascorrervi le ferie con la famiglia non potendosi permettere vacanze altrove. Questo è quanto emerso durante la prima edizione degli Stati Generali degli Affitti Brevi 2025 che si è svolto a Milano, organizzato dall'Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi con il patrocinio dei Ministeri del Turismo e delle Infrastrutture e Trasporti. "Dobbiamo avere molte e diverse strutture per la nostra ricettività. Quindi van benissimo gli affitti brevi come vanno bene altre forme. Io non sono contro nessuno ma sono a favore di uno sviluppo del turismo di qualità". Secondo i dati AIGAB, il numero di case promosso online con finalità di affitti brevi a fine agosto era pari a 502.000 unità, l'1,4% del totale delle abitazioni esistenti in Italia, di cui 9,6 milioni sono seconde case non utilizzate. "Perché è un anno che vede circa 1 miliardo in meno di PIL prodotto rispetto all'anno precedente. Perché? Perché quello che sta accadendo è che, con l'introduzione del CIN e con tutta una serie di misure restrittive a livello locale, vediamo un disaffezionamento nei confronti degli affitti brevi, soprattutto da parte dei proprietari e soprattutto durante l'estate, che ha portato a una riduzione di circa 40.000 unità online". .























