Eppur si muove qualcosa in Italia sugli investimenti in alta tecnologia. L'ultimo in ordine di tempo, quello annunciato da Microsoft da 4,3 miliardi in due anni per espandere la sua infrastruttura di data center, non è isolato. Qualcosa si muove. Pubblico e privato cercano di smuovere le acque storicamente un po' stagnanti della penisola in questo settore. Il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha incontrato la premier Meloni e anche il suo favore sull'investimento, che dà seguito a quello di 1 miliardo e mezzo di un anno fa, sempre destinato a installare, in prevalenza nella zona di Milano, nuove tecnologie necessarie a sviluppare le varie applicazioni dell'intelligenza artificiale. Compresi i chip dove il gigante di Singapore, Silicon Box, ha trovato l'accordo col Ministero delle Imprese per investire €3,2 miliardi per un nuovo impianto produttivo. C'è da soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori in tutta Europa. Si è mossa anche la Cassa Depositi e Prestiti, longa manus del Ministero dell'Economia. Con OpenAI, di Sam Altman, ha siglato un protocollo d'intesa. In pratica il nuovo fondo Artificial Intelligence da un miliardo finanzierà progetti di start up e aziende innovative italiane legate ai vari ambiti di applicazione della nuova tecnologia. Non decollano invece gli investimenti in auto elettriche. La crisi di vendite ha indotto la joint venture tra Stellantis, Mercedes e Total a congelare l'annunciata trasformazione dello stabilimento FIAT di Termoli in gigafactory, fabbrica di batterie. Se ne riparla nel '29 con spostamento dei fondi PNRR ad altri progetti. La svolta green nelle quattroruote, per ora, non si muove.